L’ANEV auspica un intervento deciso di tutti i soggetti interessati affinche’ questa assurda iniziativa sia impugnata in tutte le sedi competenti e si impegna a contrastare in tutti i modi il diffondersi di una cultura contraria al miglioramento dell’ambiente.
La gravissima decisione presa dalla Regione Sardegna con la LR n°8 del 25.11.04 di bloccare la realizzazione di impianti di produzione di energia eolica è incomprensibile e va denunciata con forza visto che comporterà danni enormi in termini ambientali all’isola ed a tutto il sistema paese, contravvenendo alle direttive comunitarie e ai protocolli internazionali che impongono la promozione e lo sviluppo delle fonti rinnovabili.
La norma firmata da Soru e licenziata frettolosamente nella notte tra il 24 e il 25 che è stata pubblicata a tempo record sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Sardegna dello stesso giorno, contiene non solo il gravissimo blocco dell’eolico già autorizzato dalla stessa Regione secondo le normative vigenti, ma anche di quei cantieri già aperti e nei quali si stava già procedendo alla costruzione delle stesse fattorie eoliche.
È necessario denunciare con forza che tale decisione, oltre ad essere lesiva dei legittimi interessi degli operatori che operano in questo settore e che si trovano ingiustamente penalizzati per aver seguito gli iter autorizzativi della Regione stessa e per aver confidato negli atti da essa legittimamente emanati, è incomprensibile anche alla luce delle risultanze del recentissimo tavolo tecnico-istituzionale sulla sicurezza della rete, i cui esiti hanno chiarito l’inesistenza di un problema di sicurezza legato all’installazione di nuova potenza da fonte eolica per la rete.
Ancor più contraddittorio è poi il fatto che la Regione è partner del programma comunitario CTO – Campaign for Take-Off for Renewable Energies – Campagna per il Decollo delle fonti energetiche rinnovabili – come orgogliosamente mostrato sul sito web ufficiale della regione stessa, traendo ‘beneficio da un’ampia varietà di servizi e di prodotti messi a disposizione dalla Commissione Europea’ e con la possibilità di ‘avvalersi delle numerose forme di finanziamento in ambito nazionale e comunitario’, in quanto giustamente riconosciuta come ‘una delle più importanti realtà territoriali italiane nel settore delle FER, e probabilmente anche di tutta l’Unione Europea’ – obiettivo eolico 2.000 MW -.
Il risultato di questa sciagurata decisione, che speriamo venga presto impugnata in tutte le sedi utili, comporterà la certa fuga degli investitori anche di altri settori da una Regione che dimostra di non dare garanzie di diritto agli imprenditori con conseguente grave ripercussione anche sull’occupazione.
Inoltre da questa assurda decisione deriverà un danno gravissimo anche per quanto riguarda la riduzione di emissioni climalteranti proprio in un’isola che ne produce molte a causa del carbone che brucia per produrre energia sporca, mettendo a repentaglio il raggiungimento degli obbiettivi del Protocollo di Kyoto oramai vincolanti ed onerosi per chi non li soddisferà.
La Regione Sardegna, rimangiandosi tutti gli impegni presi nel corso del tavolo tecnico appena concluso sia con le istituzioni presenti MATT, MAP, GRTN sia con le associazioni ANEV, APER, ASSOELETTRICA, ha emanato una legge che blocca non solo gli impianti già autorizzati ma anche quelli i cui lavori sono già in corso d’opera.