LE RINNOVABILI NON SONO TUTTE UGUALI !! D. LGS. RINNOVABILI – L’ANEV PROPONE LA REVISIONE DEL PAN PER RIDURRE I COSTI COMPLESSIVI SFRUTTANDO IL MIX CON LE RINNOVABILI PIÙ EFFICIENTI

L’ANEV PROPONE CHE LA DISCUSSIONE IN ATTO SUGLI INCENTIVI SULLE FONTI RINNOVABILI, SI ALLARGHI AD UNA RIFLESSIONE PIU’ AMPIA CHE VARIFICHI IN CHE MODO E’ PIU’ EFFICIENTE PER L’ITALIA RAGGIUNGERE L’OBIETTIVO AL 2020. INOLTRE L’ANEV RITIENE OPPORTUNA LA RIVISITAZIONE DEL PAN STESSO COME PREVISTO DALLE NORME ATTUALI, ADEGUANDO GLI OBIETTIVI RISPETTO AI DATI AGGIORNATI, E QUINDI PORTANDO ALMENO A 108 TWH LA PRODUZIONE DA FR AL 2020. QUESTO INCREMENTO CHE SI RENDE NECESSARIO PER SODDISFARE L’OBBLIGO COMUNITARIO, PUO’ CONSNETIRE UNA RIMODULAZIONE DEGLI OBIETTIVI SETTORIALI, ADDIRITTURA RISULTANDO NEL COMPLESSO PIU’ CONVENIENTE ECONOMICAMENTE DI QUELLO ATTUALE. IL RISPARMI GENERATO POTREBBE ESSERE, ALMENO IN PARTE, RIUTILIZZATO PER LO SVILUPPO ULTERIORE DELLE INFRASTRUTTURE ENERGETICHE E PER LA RIMOZIONE DELLE BARRIERE AMMINISTRATIVE CHE LIMITANO LO SVILUPPO DELLE FONTI RINNOVABILI PIU’ MATURE
Il Governo come noto ha inteso recepire la Direttiva Rinnovabili nel segno della necessaria riduzione del peso in bolletta dell’onere per le Fonti Rinnovabili. Per fare questo ha tagliato retroattivamente i ritorni per l’eolico del 22% con gravissimi danni per le aziende eoliche, per gli impianti già finanziati ed in esercizio, e ha rimandato a futuri provvedimenti la definizione degli incentivi per le varie Fonti Rinnovabili e le modalità di accesso ai medesimi (tariffe e aste). L’esito è che in questo delicato momento di transizione e finchè le due partite in corso non verranno definite si sta verificando un arrembaggio finalizzato a tirare incentivi verso le fonti più costose a scapito di quelle più mature, contando sull’effetto mediatico e su numeri spesso fantasiosi, senza fornire i veri costi di ogni opzione.L’ANEV ritiene indispensabile fornire all’esecutivo, nella decisione di strategie corrette e basate su dati reali, al fine di provvedere a effettuare le corrette scelte necessarie a raggiungere l’obiettivo Comunitario nel modo più efficiente possibile. Il punto cruciale è che il nostro Governo ha già indicato come vuole arrivare al 2020, con l’invio formale del Piano di Azione Nazionale sulle Fonti Rinnovabili (PAN), nel quale anno per anno e fonte per fonte ha indicato come intende ottemperare in termini di potenza e produzione all’obiettivo vincolante assunto.
Oggi il gran trambusto deriva dal fatto che una fonte, il Fotovoltaico, che è peraltro quella tecnologicamente meno matura e per ciò con gli incentivi largamente più elevati, non ha seguito la curva di crescita prevista dal PAN e rischia di compromettere i costi complessivi del Paese aggravando significativamente la bolletta elettrica. Se solo si pensa infatti che, secondo i dati ufficiali del GSE entro il 2012 il FV potrebbe raggiungere l’obiettivo al 2020, si comprende che il rischio serio è che i conti vadano fuori controllo in quanto il sistema non potrà beneficiare della graduale riduzione delle tariffe fino al 2020, visto che l’obiettivo verrà raggiunto con le tariffe più alte. A fronte di ciò si sta dibattendo nel merito della possibile revisione del PAN, elemento sul quale l’ANEV ritiene indispensabile fornire dei numeri e proporre dei criteri senza i quali, è bene che il Governo lo abbia chiaro, i costi complessivi per raggiungere l’obiettivo cresceranno a dismisura.
Innanzitutto si deve segnalare che l’incentivo per le varie fonti di energia rinnovabile varia molto da fonte a fonte e nello specifico raffrontando i valori di Eolico e Fotovoltaico si evince che normalizzando i valori ai 15 anni, l’eolico necessita di 90,00 €/MWh e il Fotovoltaico di 480,00 €/MWh. In termini poi di occupazione territoriale sottratta ad altri usi (agricoli), il Fotovoltaico impiega 160 volte più terra a parità di potenza. Se poi si valuta la produzione elettrica, sempre a parità di potenza, l’eolico produce mediamente il 50% in più del Fotovoltaico.
Sulla base quindi di queste considerazioni, e sollecitando il Governo e i Ministeri competenti a emanare quanto prima i D.M. attuativi necessari ad evitare il drammatico blocco del settore eolico, si segnala che per rispettare le intenzione del Governo di limitare gli oneri per i consumatori (domestici come industriali) è indispensabile procedere alla rimodulazione del PAN, avendo come elemento di base il principio che ogni sostituzione non comporti ulteriori oneri per i consumatori e quindi avvenga, eventualmente, con produzioni da fonti più economiche.
Sarebbe peraltro addirittura auspicabile che, alla luce delle attese di raggiungimento della parità del costo di produzione di alcune fonti con il costo dell’energia elettrica sulla Rete da qui al 2020, ogni sforamento rispetto ai target annuali e complessivi comporti un automatico taglio del valore dell’incentivo medesimo, studiando magari un meccanismo che ridistribuisca parte del risparmio ottenuto sulla rimozione delle barriere che limitano lo sviluppo delle altre fonti rinnovabili più economiche che si trovassero in ritardo rispetto agli obiettivi e il cui potenziale fosse ancora ampio; in tal modo si stimolerebbe un virtuoso meccanismo in grado di migliorare lo sviluppo di tutte le fonti rinnovabili, ma con una positiva spinta all’efficienza e alla riduzione complessiva dei costi.
PROPOSTE:
Alla luce delle considerazioni complessivamente espresse l’ANEV ritiene indispensabile garantire contemporaneamente i diritti acquisiti da parte degli operatori del settore eolico, siano essi collegati alla tutela dei ritorni attesi per impianti oggi in esercizio e finanziati sulla base dell’affidamento fatto sul quadro normativo a suo tempo esistente, sia per gli investimenti effettuati nello sviluppo di nuove iniziative.
Per questo motivo si deve procedere tempestivamente alla definizione dei provvedimenti attuativi che garantiscano:

  • L’adeguamento mensile nei pagamenti da parte del GSE per il ritiro dei CV fino all’anno 2015;
  • L’immediata definizione della tariffa post 2015 per gli impianti già in esercizio (Art. 24, comma 3) senza tagli e senza legarne la quantificazione a valori futuri dei CV per evitare ulteriori incertezze;
  • Definizione tempestiva del valore dell’incentivo per gli impianti eolici che non vanno ad asta;
  • Potenza della soglia sopra la quale debbano essere fatte le aste (per l’eolico 55 MW nei primi anni);
  • Meccanismi di asta efficaci, da testare nei primi anni su impianti di grande taglia per poi ridurla;
  • Stabilità dell’incentivo ottenuto, per tutta la durata dell’investimento, irretroattività degli interventi;
  • Uniformità dei meccanismi di incentivazione per tutte le FR, al fine della corretta comparazione.

 
Inoltre sembra evidente che la revisione periodica del PAN non possa prescindere dalla rivisitazione degli obiettivi complessivi, nonché della loro ripartizione sulle singole Fonti Rinnovabili.
Secondo l’ANEV l’obiettivo complessivo di 99 TWh infatti non è sufficiente a consentire all’Italia di raggiungere l’obiettivo, e sarebbe necessario fin d’ora alzare almeno a 108 TWh tale valore per renderlo coerente con i dati del 2010.
La ripartizione della quota ulteriore dovrà essere effettuata sulla base prioritaria della valutazione del minor onere, come prevede la Direttiva Comunitaria, tra le fonti come l’eolico che hanno potenziali ulteriori significativi.
Altro elemento focale è la ripartizione dell’obiettivo nazionale tra le Regioni – burden sharing – e l’individuazione di meccanismi premianti per le Regioni più virtuose nel raggiungimento della loro quota parte.