LE TENSIONI INTERNAZIONALI POSSONO COMPORTARE SBALZI DI MILIARDI DI EURO ALL’ANNO PER L’ACQUISTO DI MATERIE PRIME ENERGETICHE: IL GOVERNO RENDA SEMPRE PIU’ AUTOSUFFICIENTE IL NOSTRO PAESE CON LO SVILUPPO DELLE RINNOVABILI

 DALLA CRISI LIBICA E DALLA ALTRE TENSIONI NEL MEDIO ORIENTE, L’ITALIA POTREBBE VEDER SALIRE IN MANIERA SIGNIFICATIVA, DA 5 FINO AD OLTRE 10 MILIARDI DI €, LA PROPRIA BOLLETTA ENERGETICA: ALTRO CHE ONERI DELLE RINNOVABILI QUESTI SONO I VERI COSTI CHE TUTTI PAGHIAMO PER LE SCELTE ENERGETICHE DEL NOSTRO PAESE. L’ANEV SOTTOLINEA L’ANACRONISTICA DISCUSSIONE CHE ACCOMPAGNA LA PROPOSTA DI TAGLIARE GLI INCENTIVI ALLE RINNOVABILI PER OTTENERE UNA RIDUZIONE AUSPICATA DI QUALCHE CENTINAIO DI MILIONI COMPLESSIVAMENTE. IL GOVERNO INTERVENGA PER RISOLVERE CON SOLUZIONI ADEGUATE L’ATTUALE SBILANCIAMENTO DEL MIX ENERGETICO ITALIANO, RENDENDO INDIPENDENTE DA SUBITO E PER IL FUTURO QUANTO PIU’ POSSIBILE IL PAESE DA EVENTI ESTERNI E DA RISCHI GEOPOLITICI SEMPRE PIU’ FREQUENTI.
LE RINNOVABILI SIGNIFICANO INDIPENDENZA ENERGETICA, SICUREZZA DEGLI APPROVVIGIONAMENTI E RISPARMIO SULLA BOLLETTA ENERGETICA DEL PAESE !
 Le recenti tensioni politiche della Libia e degli altri Paesi confinanti, stanno una volta di più mettendo a nudo la fragilità del sistema energetico su cui il nostro Paese si basa.
Già negli anni scorsi le tensioni tra Russia e Ucraina aveva messo in ginocchio l’Italia che era dovuta rimanere in attesa della soluzione della crisi per poter ricominciare a importare il Gas che da quell’area giunge nel nostro Paese. La crisi attuale, nella sua drammaticità, evidenzia che anche dal sud come dal nord la continuità degli approvvigionamenti di idrocarburi (gas e petrolio in primis) è tutt’altro che stabile e certa con tutte le conseguenze che ciò comporta.
La prima ripercussione, già largamente in atto, è l’incremento delle quotazioni delle materie prime che anche sull’onda della speculazione si infiammano ben oltre il ragionevole, e questo come evidente ci mette di nuovo a nudo rispetto all’impotenza e alla debolezza del sistema di produzione elettrica del nostro Paese, nonché evidenzia come siamo in balia delle speculazioni e degli accadimenti esteri rispetto ai costi degli idrocarburi.
La seconda, anch’essa già in parte in atto, riguarda le conseguenze dell’interruzione delle forniture energetiche come appena avvenuto con la chiusura del gasdotto Greenstream dalla Libia (non più di qualche anno fa avvenne lo stesso con il Bluestrem dall’Ucraina), cosa che se durasse molto a lungo potrebbe comportare gravissime ripercussioni sull’intero sistema nazionale.
In questo scenario non si può non sottolineare l’inappropriatezza delle discussioni di questi giorni sui costi delle rinnovabili e sulle ripercussioni sulle bollette elettriche, nonché l’accostamento della necessità di produrre energia con tecnologie costose per difendere il clima quando non è neppure univoco che ci sia una relazione tra attività antropiche e mutamenti climatici. Tutte queste chiacchiere è opportuno che cessino e che chi si occupa di politiche e strategie energetiche comprenda che l’unica strada possibile è la differenziazione del mix energetico da raggiungere quanto più rapidamente possibile.
Come da sempre sostenuto dall’ANEV infatti lo sviluppo delle Fonti Rinnovabili e il raggiungimento dell’obiettivo del 27% al 2020 di copertura dei consumi con energia elettrica rinnovabile è una necessità innanzitutto di indipendenza energetica, quindi di stabilità dei costi di produzione, poi di bilancia commerciale e di occupazione, gli aspetti ambientali sono estremamente importanti ma possono addirittura essere messi in secondo piano.
In conclusione l’Italia ha speso nel 2010 51,7 miliardi di Euro (Consuntivo Unione Petrolifera – La situazione nazionale) per approvvigionarsi di energia dall’estero, la crisi attuale dei paesi nord africani ha infiammato le borse portando il valore delle materie prime di origine fossile (Gas e petrolio) a crescere già di circa il 10% rispetto alle quotazioni pre-crisi. Se questi aumenti perdurassero e si riversassero pienamente sul nostro Paese l’aumento di costo della “bollette energetica” dell’Italia aumenterebbe di circa tra 5 e 10 miliardi di € all’anno !!!! Mentre il Governo si sta scervellando su come recepire una direttiva Comunitaria sulle Rinnovabili cercando di ridurre del 30% il peso sulla bolletta degli incentivi che pesano meno di un decimo.