PRECISAZIONI E SEGNALAZIONE DI ERRATE INFORMAZIONI FORNITE NELL’AMBITO DELLA TRASMISSIONE DE “LA7” EXIT DEL 27.5.2008. L’ANEV A SEGUITO DEL SERVIZIO MANDATO IN ONDA ALL’INTERNO DELLA TRASMISSIONE EXIT, HA CHIESTO DIRITTO DI REPLICA E HA SEGNALATO ALL’AUTORITA’ GARANTE PER LE COMUNICAZIONI LE GRAVI E RIPETUTE FALSITA’ PUNTUALMENTE SMENTITE DAL DOCUMENTO DI PUNTUALIZZAZIONE INVIATO
In merito alla trasmissione EXIT del 27.5.2008 sulle tematiche energetiche in cui nella prima parte si è parlato di nucleare e nella seconda è stata mandata in onda un’inchiesta sull’eolico, l’ANEV ritiene opportuno segnalare per correttezza di informazione.
Con grandissimo stupore abbiamo assistito ad un’opera di disinformazione grave e non comprensibile contro questa fonte che nel mondo ha tassi di crescita elevatissimi da ormai più di dieci anni. Lo stupore è stato ancora maggiore se si considera che abbiamo contribuito nel corso di questi mesi a fornire dati, informazioni e qualsiasi altro elemento utile a fornire una corretta informazione, cosa che invece non è avvenuta.
La gravità e la falsità delle cose affermate nel medesimo servizio erano state preannunciate dal lancio della trasmissione in cui si leggeva nelle e.mail e sul sito web “[…] Infine, potete vedere una nostra inchiesta sull’Eolico: energia molto remunerativa da un punto di vista economico, soprattutto grazie agli incentivi statali, ma molto poco redditizia da un punto di vista energetico”, a seguito della quale abbiamo provveduto tempestivamente a inviare ulteriori dati e informazioni a riprova che la tesi esposta fosse destituita da ogni fondamento. In particolare, e rispetto al lancio sopra riportato, si segnalava che l’eolico non gode di incentivi statali per la produzione di energia elettrica e che è falso che sia poco redditizio da un punto di vista energetico. Nel dettaglio, cosa nota o facilmente conoscibile da chiunque, l’energia elettrica da fonti rinnovabili è incentivata con un meccanismo che pone in capo ai produttori privati quote crescenti di mercato, e l’eolico è la più importante fonte rinnovabile dopo l’idroelettrico del nostro Paese relativamente alla produzione elettrica (ha coperto nel 2007 il fabbisogno elettrico di oltre 5 milioni di italiani con un tasso di crescita annuo del 30% circa). Come è del tutto evidente quindi già nelle didascalie di lancio del programma si davano due notizie false, tempestivamente segnalate con e.mail e comunicazioni telefoniche e facilmente verificabili se non con l’Associazione di riferimento, almeno con gli Enti e le Istituzioni competenti. Già dall’inizio del servizio, in cui si analizzano i costi della bolletta elettrica, si dice che 8,20 € su 100,00 € sarebbero gli “sono gli oneri di sistema cioè i contributi che versiamo alle fonti rinnovabili di energia”, cosa palesemente falsa in quanto, come facilmente verificabile anche con l’AEEG, all’interno di detta voce rientrano infatti, oltre alla componente A3 (per le fonti rinnovabili), rientrano anche le componenti A2 (per lo smantellamento delle centrali nucleare), la A4 (per i regimi tariffari speciali), la A5 (copertura dei costi delle attività di ricerca e sviluppo del sistema elettrico), la A6 (reintegrazione alle imprese distributrici per i costi sostenuti per la generazione elettrica), oltre alle varie componenti UC che coprono i costi di distribuzione, di fornitura al mercato vincolato e la MCT componente di compensazione territoriale ecc. Anche per la stessa A3 poi è necessario scorporare quello che realmente è andato e va alle rinnovabili, circa il 20%, e di questo quello che va all’eolico circa il 25%. Peraltro detta componente, rispetto al dato complessivo della bolletta, pesa circa il 7%. Quindi in realtà il peso delle vere FR, tutte, pesa per l’1,4% del totale, mentre l’eolico che produce circa il 35% delle nuove rinnovabili pesa di conseguenza per non più dello 0,50% della bolletta.
Seguendo poi la trasmissione, alla quale abbiamo cercato di essere presenti al fine di poter offrire contraddittorio e i dati reali del settore eolico da nessuno dei presenti rappresentato, senza tuttavia nessun risultato nonostante le numerose richieste completamente ignorate, dal principio abbiamo compreso che il tentativo era di dimostrare una tesi invece che esaminare i fatti oggettivamente. Tale impressione, si fa per dire, è ampiamente suffragata dalla sovrimpressione che è stata come titolo del servizio e che recita “LA TRUFFA DELL’EOLICO”, nonostante per tutta la durata del servizio non si sia spiegato quale potesse essere tale truffa che non risulta da alcuna parte del medesimo, e non potrebbe essere diversamente. Chiediamo su questo punto di avere indicazioni e denuncie circostanziate ovvero di rettificare le affermazioni gravi espresse.
In merito poi alla scelta delle persone intervistate come esperti del settore sono state chiamate persone qualificate come imprenditori del settore, esperti, cittadini di Comuni interessati dall’eolico ecc., delle quali ci piacerebbe venissero date, almeno all’Autorità Garante, le referenze a garanzia della correttezza delle fonti del programma; infatti non risultano esperti del settore dell’eolico i signori intervistati (salvo che non si sia trattato di un errore di montaggio, visto che per qualcuna di dette interviste sarebbe stato più opportuno inserirla nel servizio precedente sul nucleare), per non parlare del testimone oscurato la cui verificabilità, così come la sua autorevolezza, risulta evidentemente pari a zero, o infine il cittadino che viene indicato come cittadino abitante nel Comune di Baselice cosa che vorremmo fosse accertata.
Altro dato chiaramente fornito in maniera tale da accreditare una tesi non vera è riferibile alle asserzioni in merito all’apporto dell’eolico di cui si dice, ancora una volta mentendo: “che è fermo all’1,2%” quando come tutti sanno, o possono facilmente sapere, l’incremento annuale in Italia negli ultimi anni è stato di oltre il 25%, e mai rimasto fermo. Si prosegue poi dicendo che “il fatto è che l’eolico è un ottimo business perché fondato sul generoso sostegno dello Stato” altra notizia completamente falsa in quanto non viene dato nessun incentivo pubblico alla produzione elettrica come sopra ricordato. La seguente dichiarazione di Davide Tabarelli poi, ritengo sia stata montata, così come molte altre, ad hoc per far risultare un dato diverso da quello reale; se infatti il paragone del valore nominale, che peraltro è estremamente diverso (oltre il 40% in questi mesi) da quello reale può essere alto in termini assoluti, certamente non lo è se considerati gli aspetti di sgravio fiscale, di riduzione dell’imposizione contributiva e delle semplificazioni amministrative, nonché delle esenzioni dai costi operativi che le Fonti Rinnovabili nel resto d’Europa, ma non in Italia, godono.
Proseguendo si asserisce che tale incentivo pubblico, che come abbiamo visto non esiste, avrebbe fatto esplodere la febbre eolica, ma visto che in Italia in 15 anni di sviluppo di questa tecnologia si sono raggiunti 2.726 MW contro i 22.247 della Germania, il 16.818 degli Stati Uniti, i 15.145 della Spagna (di cui oltre 3.000 solo lo scorso anno !!) ecc. installati negli ultimi dieci anni si può dire certamente che tale febbre non solo non è scoppiata ma non scoppierà certamente neanche nei prossimi anni.
Poi si fanno parlare dei singoli cittadini che semplicemente dicono che dall’affitto dei terreni agricoli (200 mq circa per aerogeneratore), ricevono un affitto interessante, mentre un signore riporta la sua storia personale nella quale a fronte di un suo, legittimo, rifiuto non ha voluto far accettare l’offerta ricevuta, mente tutti gli altri dice che fanno a gara per installare gli impianti (evidentemente non così osteggiati come si dice !!!). Si segnala peraltro a rigor di logica la correttezza dell’imprenditore che a fronte del disinteresse dell’agricoltore, ribadiamo legittimo, non ha ritenuto di attivare la procedura di esproprio che sarebbe prevista per tali opere che, in quanto di pubblica utilità sono indifferibili ed urgenti. Quindi si intervista un Sindaco che riporta quelli che sono i benefici economici per le tasche dell’Amministrazione e le conseguenti benefiche ripercussioni sui servizi, sulle strutture e sulle attività comunali, e subito dopo c’è un cittadino di cui non si spiega di quale Comune sia (riteniamo non di quello del sindaco intervistato), e che si lamenta perché a lui direttamente non è arrivato nulla in tasca. Al riguardo ci si domanda perché da una libera attività imprenditoriale, dovrebbe arrivare qualche ritorno economico a quel signore, e se lo stesso signore si lamenti anche del fatto che gli altri imprenditori, dal barista al calzolaio, dal fruttivendolo all’edicolante, non gli girino una parte dei loro guadagni, perché siamo certi che non glieli girano altrimenti si configurerebbe un qualcosa di estremamente grave.
Si parla poi di dove vada l’energia elettrica prodotta, dicendo che la stessa andrebbe a Bari o Roma o chissà dove, nella realtà dei fatti il sistema elettrico nazionale è fatto in maniera tale che tutti i flussi sono regolati dal Gestore che dispaccia l’energia elettrica prodotta lì dove ve ne è richiesta.
Nel tentare infine di spiegare la tesi preordinata, invece di provare a farsi un’idea partendo dai dati di fatto, si dice che: “in Italia il valore di 1 megawattora è 180,00 € in Germania lo stesso megawattora viene pagato meno della metà (79,00 €)” questo è falso, in Italia il prezzo riconosciuto al megawattora nel 2007 dall’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas è stato di 67,12 €, oltre ovviamente il CV che però vale oggi circa 70,00 €, ma in Germania vi sono, come già spiegato, sgravi fiscali, impositivi, amministrativi ecc. che coprono la differenza evidenziata. Ancor più grave è il fatto che da un presupposto non corretto si faccia addirittura discendere come conseguenza un falso assoluto come il fatto che in Germania per i motivi (falsi) riportati gli operatori sceglierebbero i siti più ventosi mentre in Italia no; tali affermazioni sono scorrette per due aspetti, innanzitutto perché la ventosità media della Germania è di circa 1.500 ore equivalenti (circa 5,000 ore di funzionamento) mentre in Italia le ore equivalenti sono oltre 1.700 (circa 7.000 ore di funzionamento) questo rispetto ai dati ufficiali di produzione, secondo aspetto riguarda il fatto che i famosi incentivi sono dati sulla produzione e quindi nessun vantaggio avrebbe un imprenditore a sviluppare e realizzare un sito poco ventoso.
Per quanto riguarda poi il settore degli sviluppatori si dice che esistono dei soggetti, delle società che per loro attività svolgono quella di sviluppare tecnicamente ed amministrativamente un progetto per poi poterlo rivendere, premettendo che queste attività non sono svolte dai nostri associati che tipicamente sono produttori di energia o di tecnologia o di servizi per i primi due, non si vede quale possa essere l’illegalità o l’illegittimità in tale attività commerciale. In merito sempre all’intervistato “esperto” di sviluppo di iniziative eoliche Vincenzo D’Elia – B2E, lo stesso si lancia in affermazioni che fanno sinceramente ritenere che non abbia mai fatto uno sviluppo di un impianto eolico in quanto riferire come costo per sviluppare tali iniziative quello compreso tra 15.000,00 e 50.000,00 € significa non sapere che solo la rilevazione del dato anemometrico, imprescindibile come ognuno può ben comprendere a capire se l’iniziativa imprenditoriale è economicamente sostenibile, costa decine di migliaia di euro e si sviluppa con alcuni anemometri tarati e certificati che devono raccogliere i dati per almeno due anni, segue una fase di analisi degli stessi, di definizione del progetto, verifica dei vincoli ambientali ecc. ecc. con decine di autorizzazioni alle quali, evidentemente, per essere rilasciate devono corrispondere documentazioni tecniche estremamente costose e approfondite.
In merito poi al signore anonimo, lascerei alle immagini ogni commento visto che lo stesso ha deciso, per non rivelare un nome o un fatto, di essere oscurato … siamo alla farsa più completa !!!
In merito poi all’indagine giudiziaria, di cui peraltro ancora una volta non si indicano né chi sarebbero i corrotti né chi i corruttori, non si capisce neppure se riguarderebbero un’azienda o una persona o un’iniziativa, certo è che, sempre che ce ne siano, che certamente non riguardano il settore. Riguardo poi al fatto che gli impianti sarebbero fermi, tale situazione è in parte vera in quanto, come peraltro denunciato (a favore dell’eolico) da altre trasmissioni in passato come REPORT, i Gestori di rete locali tardano anche di sei mesi o più nel portare le linee di connessione agli impianti nonostante gli impegni presi con grave danno per gli imprenditori, l’ambiente e il sistema energetico; ancora una volta anche tale fatto è facilmente riscontrabile con l’AEEG che anche recentemente ha assunto provvedimenti e ha aperto una istruttoria formale contro un Distributore locale.
Infine sulla Calabria si dice che sono state rilasciate autorizzazioni nel numero del triplo di quelle previste: ancora una volta una bugia visto che non esiste un numero di autorizzazioni previste, ma ovviamente non si fornisce nessun dato, nessuna cifra viene rivelata all’ascoltatore salvo una percentuale bassissima di energia elettrica prodotta dall’eolico in Calabria rispetto ai consumi … finalmente siamo d’accordo, e aggiungiamo che esiste un impegno nazionale volto a far diventare quella percentuale di rinnovabili, tutte le rinnovabili, rispetto ai consumi il 25%, quindi la strada è ancora lunga.
In conclusione egregio Direttore l’ANEV Le chiede di avere il diritto di replica, visto che il diritto di contraddittorio ci è stato negato, così come sono state ignorate tutte le informazioni ufficiali fornite sulle cose da Voi riportate nel citato servizio dal titolo “La Truffa dell’Eolico”; a proposito ma quale è la truffa dell’eolico perché né dal servizio né da quanto detto nel dibattito susseguente tale informazione non ce l’avete data.
Per questo chiediamo che ci venga dato un adeguato tempo di trasmissione, con analogo collocamento di orario e visibilità, nel quale il ostro rappresentante possa rispondere agli attacchi supportati da falsi presupposti e spiegare cosa sia nella realtà l’eolico, quali siano i veri aspetti e le reali criticità, quali gli impegni assunti dall’Italia, quali i benefici ecc. Ci piacerebbe che a tale diritto di replica vi fosse un soggetto Istituzionale autorevole, a Vostra scelta, che possa confermare quanto da noi espresso e la veridicità delle informazioni riportate al fine di poter rimediare a quanto accaduto e difendere un settore fragile, ma che dalla sua ha una forza che pochissimi altri hanno, per attaccarlo dovete mentire, e le bugie … pertanto la verità e quindi il tempo non può che darci ragione, speriamo che il nostro pianeta ne abbia abbastanza !!!
In merito alla trasmissione EXIT del 27.5.2008 sulle tematiche energetiche in cui nella prima parte si è parlato di nucleare e nella seconda è stata mandata in onda un’inchiesta sull’eolico, l’ANEV ritiene opportuno segnalare per correttezza di informazione.
Con grandissimo stupore abbiamo assistito ad un’opera di disinformazione grave e non comprensibile contro questa fonte che nel mondo ha tassi di crescita elevatissimi da ormai più di dieci anni. Lo stupore è stato ancora maggiore se si considera che abbiamo contribuito nel corso di questi mesi a fornire dati, informazioni e qualsiasi altro elemento utile a fornire una corretta informazione, cosa che invece non è avvenuta.
La gravità e la falsità delle cose affermate nel medesimo servizio erano state preannunciate dal lancio della trasmissione in cui si leggeva nelle e.mail e sul sito web “[…] Infine, potete vedere una nostra inchiesta sull’Eolico: energia molto remunerativa da un punto di vista economico, soprattutto grazie agli incentivi statali, ma molto poco redditizia da un punto di vista energetico”, a seguito della quale abbiamo provveduto tempestivamente a inviare ulteriori dati e informazioni a riprova che la tesi esposta fosse destituita da ogni fondamento. In particolare, e rispetto al lancio sopra riportato, si segnalava che l’eolico non gode di incentivi statali per la produzione di energia elettrica e che è falso che sia poco redditizio da un punto di vista energetico. Nel dettaglio, cosa nota o facilmente conoscibile da chiunque, l’energia elettrica da fonti rinnovabili è incentivata con un meccanismo che pone in capo ai produttori privati quote crescenti di mercato, e l’eolico è la più importante fonte rinnovabile dopo l’idroelettrico del nostro Paese relativamente alla produzione elettrica (ha coperto nel 2007 il fabbisogno elettrico di oltre 5 milioni di italiani con un tasso di crescita annuo del 30% circa). Come è del tutto evidente quindi già nelle didascalie di lancio del programma si davano due notizie false, tempestivamente segnalate con e.mail e comunicazioni telefoniche e facilmente verificabili se non con l’Associazione di riferimento, almeno con gli Enti e le Istituzioni competenti. Già dall’inizio del servizio, in cui si analizzano i costi della bolletta elettrica, si dice che 8,20 € su 100,00 € sarebbero gli “sono gli oneri di sistema cioè i contributi che versiamo alle fonti rinnovabili di energia”, cosa palesemente falsa in quanto, come facilmente verificabile anche con l’AEEG, all’interno di detta voce rientrano infatti, oltre alla componente A3 (per le fonti rinnovabili), rientrano anche le componenti A2 (per lo smantellamento delle centrali nucleare), la A4 (per i regimi tariffari speciali), la A5 (copertura dei costi delle attività di ricerca e sviluppo del sistema elettrico), la A6 (reintegrazione alle imprese distributrici per i costi sostenuti per la generazione elettrica), oltre alle varie componenti UC che coprono i costi di distribuzione, di fornitura al mercato vincolato e la MCT componente di compensazione territoriale ecc. Anche per la stessa A3 poi è necessario scorporare quello che realmente è andato e va alle rinnovabili, circa il 20%, e di questo quello che va all’eolico circa il 25%. Peraltro detta componente, rispetto al dato complessivo della bolletta, pesa circa il 7%. Quindi in realtà il peso delle vere FR, tutte, pesa per l’1,4% del totale, mentre l’eolico che produce circa il 35% delle nuove rinnovabili pesa di conseguenza per non più dello 0,50% della bolletta.
Seguendo poi la trasmissione, alla quale abbiamo cercato di essere presenti al fine di poter offrire contraddittorio e i dati reali del settore eolico da nessuno dei presenti rappresentato, senza tuttavia nessun risultato nonostante le numerose richieste completamente ignorate, dal principio abbiamo compreso che il tentativo era di dimostrare una tesi invece che esaminare i fatti oggettivamente. Tale impressione, si fa per dire, è ampiamente suffragata dalla sovrimpressione che è stata come titolo del servizio e che recita “LA TRUFFA DELL’EOLICO”, nonostante per tutta la durata del servizio non si sia spiegato quale potesse essere tale truffa che non risulta da alcuna parte del medesimo, e non potrebbe essere diversamente. Chiediamo su questo punto di avere indicazioni e denuncie circostanziate ovvero di rettificare le affermazioni gravi espresse.
In merito poi alla scelta delle persone intervistate come esperti del settore sono state chiamate persone qualificate come imprenditori del settore, esperti, cittadini di Comuni interessati dall’eolico ecc., delle quali ci piacerebbe venissero date, almeno all’Autorità Garante, le referenze a garanzia della correttezza delle fonti del programma; infatti non risultano esperti del settore dell’eolico i signori intervistati (salvo che non si sia trattato di un errore di montaggio, visto che per qualcuna di dette interviste sarebbe stato più opportuno inserirla nel servizio precedente sul nucleare), per non parlare del testimone oscurato la cui verificabilità, così come la sua autorevolezza, risulta evidentemente pari a zero, o infine il cittadino che viene indicato come cittadino abitante nel Comune di Baselice cosa che vorremmo fosse accertata.
Altro dato chiaramente fornito in maniera tale da accreditare una tesi non vera è riferibile alle asserzioni in merito all’apporto dell’eolico di cui si dice, ancora una volta mentendo: “che è fermo all’1,2%” quando come tutti sanno, o possono facilmente sapere, l’incremento annuale in Italia negli ultimi anni è stato di oltre il 25%, e mai rimasto fermo. Si prosegue poi dicendo che “il fatto è che l’eolico è un ottimo business perché fondato sul generoso sostegno dello Stato” altra notizia completamente falsa in quanto non viene dato nessun incentivo pubblico alla produzione elettrica come sopra ricordato. La seguente dichiarazione di Davide Tabarelli poi, ritengo sia stata montata, così come molte altre, ad hoc per far risultare un dato diverso da quello reale; se infatti il paragone del valore nominale, che peraltro è estremamente diverso (oltre il 40% in questi mesi) da quello reale può essere alto in termini assoluti, certamente non lo è se considerati gli aspetti di sgravio fiscale, di riduzione dell’imposizione contributiva e delle semplificazioni amministrative, nonché delle esenzioni dai costi operativi che le Fonti Rinnovabili nel resto d’Europa, ma non in Italia, godono.
Proseguendo si asserisce che tale incentivo pubblico, che come abbiamo visto non esiste, avrebbe fatto esplodere la febbre eolica, ma visto che in Italia in 15 anni di sviluppo di questa tecnologia si sono raggiunti 2.726 MW contro i 22.247 della Germania, il 16.818 degli Stati Uniti, i 15.145 della Spagna (di cui oltre 3.000 solo lo scorso anno !!) ecc. installati negli ultimi dieci anni si può dire certamente che tale febbre non solo non è scoppiata ma non scoppierà certamente neanche nei prossimi anni.
Poi si fanno parlare dei singoli cittadini che semplicemente dicono che dall’affitto dei terreni agricoli (200 mq circa per aerogeneratore), ricevono un affitto interessante, mentre un signore riporta la sua storia personale nella quale a fronte di un suo, legittimo, rifiuto non ha voluto far accettare l’offerta ricevuta, mente tutti gli altri dice che fanno a gara per installare gli impianti (evidentemente non così osteggiati come si dice !!!). Si segnala peraltro a rigor di logica la correttezza dell’imprenditore che a fronte del disinteresse dell’agricoltore, ribadiamo legittimo, non ha ritenuto di attivare la procedura di esproprio che sarebbe prevista per tali opere che, in quanto di pubblica utilità sono indifferibili ed urgenti. Quindi si intervista un Sindaco che riporta quelli che sono i benefici economici per le tasche dell’Amministrazione e le conseguenti benefiche ripercussioni sui servizi, sulle strutture e sulle attività comunali, e subito dopo c’è un cittadino di cui non si spiega di quale Comune sia (riteniamo non di quello del sindaco intervistato), e che si lamenta perché a lui direttamente non è arrivato nulla in tasca. Al riguardo ci si domanda perché da una libera attività imprenditoriale, dovrebbe arrivare qualche ritorno economico a quel signore, e se lo stesso signore si lamenti anche del fatto che gli altri imprenditori, dal barista al calzolaio, dal fruttivendolo all’edicolante, non gli girino una parte dei loro guadagni, perché siamo certi che non glieli girano altrimenti si configurerebbe un qualcosa di estremamente grave.
Si parla poi di dove vada l’energia elettrica prodotta, dicendo che la stessa andrebbe a Bari o Roma o chissà dove, nella realtà dei fatti il sistema elettrico nazionale è fatto in maniera tale che tutti i flussi sono regolati dal Gestore che dispaccia l’energia elettrica prodotta lì dove ve ne è richiesta.
Nel tentare infine di spiegare la tesi preordinata, invece di provare a farsi un’idea partendo dai dati di fatto, si dice che: “in Italia il valore di 1 megawattora è 180,00 € in Germania lo stesso megawattora viene pagato meno della metà (79,00 €)” questo è falso, in Italia il prezzo riconosciuto al megawattora nel 2007 dall’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas è stato di 67,12 €, oltre ovviamente il CV che però vale oggi circa 70,00 €, ma in Germania vi sono, come già spiegato, sgravi fiscali, impositivi, amministrativi ecc. che coprono la differenza evidenziata. Ancor più grave è il fatto che da un presupposto non corretto si faccia addirittura discendere come conseguenza un falso assoluto come il fatto che in Germania per i motivi (falsi) riportati gli operatori sceglierebbero i siti più ventosi mentre in Italia no; tali affermazioni sono scorrette per due aspetti, innanzitutto perché la ventosità media della Germania è di circa 1.500 ore equivalenti (circa 5,000 ore di funzionamento) mentre in Italia le ore equivalenti sono oltre 1.700 (circa 7.000 ore di funzionamento) questo rispetto ai dati ufficiali di produzione, secondo aspetto riguarda il fatto che i famosi incentivi sono dati sulla produzione e quindi nessun vantaggio avrebbe un imprenditore a sviluppare e realizzare un sito poco ventoso.
Per quanto riguarda poi il settore degli sviluppatori si dice che esistono dei soggetti, delle società che per loro attività svolgono quella di sviluppare tecnicamente ed amministrativamente un progetto per poi poterlo rivendere, premettendo che queste attività non sono svolte dai nostri associati che tipicamente sono produttori di energia o di tecnologia o di servizi per i primi due, non si vede quale possa essere l’illegalità o l’illegittimità in tale attività commerciale. In merito sempre all’intervistato “esperto” di sviluppo di iniziative eoliche Vincenzo D’Elia – B2E, lo stesso si lancia in affermazioni che fanno sinceramente ritenere che non abbia mai fatto uno sviluppo di un impianto eolico in quanto riferire come costo per sviluppare tali iniziative quello compreso tra 15.000,00 e 50.000,00 € significa non sapere che solo la rilevazione del dato anemometrico, imprescindibile come ognuno può ben comprendere a capire se l’iniziativa imprenditoriale è economicamente sostenibile, costa decine di migliaia di euro e si sviluppa con alcuni anemometri tarati e certificati che devono raccogliere i dati per almeno due anni, segue una fase di analisi degli stessi, di definizione del progetto, verifica dei vincoli ambientali ecc. ecc. con decine di autorizzazioni alle quali, evidentemente, per essere rilasciate devono corrispondere documentazioni tecniche estremamente costose e approfondite.
In merito poi al signore anonimo, lascerei alle immagini ogni commento visto che lo stesso ha deciso, per non rivelare un nome o un fatto, di essere oscurato … siamo alla farsa più completa !!!
In merito poi all’indagine giudiziaria, di cui peraltro ancora una volta non si indicano né chi sarebbero i corrotti né chi i corruttori, non si capisce neppure se riguarderebbero un’azienda o una persona o un’iniziativa, certo è che, sempre che ce ne siano, che certamente non riguardano il settore. Riguardo poi al fatto che gli impianti sarebbero fermi, tale situazione è in parte vera in quanto, come peraltro denunciato (a favore dell’eolico) da altre trasmissioni in passato come REPORT, i Gestori di rete locali tardano anche di sei mesi o più nel portare le linee di connessione agli impianti nonostante gli impegni presi con grave danno per gli imprenditori, l’ambiente e il sistema energetico; ancora una volta anche tale fatto è facilmente riscontrabile con l’AEEG che anche recentemente ha assunto provvedimenti e ha aperto una istruttoria formale contro un Distributore locale.
Infine sulla Calabria si dice che sono state rilasciate autorizzazioni nel numero del triplo di quelle previste: ancora una volta una bugia visto che non esiste un numero di autorizzazioni previste, ma ovviamente non si fornisce nessun dato, nessuna cifra viene rivelata all’ascoltatore salvo una percentuale bassissima di energia elettrica prodotta dall’eolico in Calabria rispetto ai consumi … finalmente siamo d’accordo, e aggiungiamo che esiste un impegno nazionale volto a far diventare quella percentuale di rinnovabili, tutte le rinnovabili, rispetto ai consumi il 25%, quindi la strada è ancora lunga.
In conclusione egregio Direttore l’ANEV Le chiede di avere il diritto di replica, visto che il diritto di contraddittorio ci è stato negato, così come sono state ignorate tutte le informazioni ufficiali fornite sulle cose da Voi riportate nel citato servizio dal titolo “La Truffa dell’Eolico”; a proposito ma quale è la truffa dell’eolico perché né dal servizio né da quanto detto nel dibattito susseguente tale informazione non ce l’avete data.
Per questo chiediamo che ci venga dato un adeguato tempo di trasmissione, con analogo collocamento di orario e visibilità, nel quale il ostro rappresentante possa rispondere agli attacchi supportati da falsi presupposti e spiegare cosa sia nella realtà l’eolico, quali siano i veri aspetti e le reali criticità, quali gli impegni assunti dall’Italia, quali i benefici ecc. Ci piacerebbe che a tale diritto di replica vi fosse un soggetto Istituzionale autorevole, a Vostra scelta, che possa confermare quanto da noi espresso e la veridicità delle informazioni riportate al fine di poter rimediare a quanto accaduto e difendere un settore fragile, ma che dalla sua ha una forza che pochissimi altri hanno, per attaccarlo dovete mentire, e le bugie … pertanto la verità e quindi il tempo non può che darci ragione, speriamo che il nostro pianeta ne abbia abbastanza !!!