È stata fatta circolare oggi dagli organi di stampa la bozza del Decreto per individuare le “aree idonee” che ancora una volta sembra penalizzare il settore eolico. Il provvedimento che deve andare alla Conferenza Unificata, in cui siedono Regioni, Comuni e Province, risulta poco soddisfacente per il settore eolico principalmente per due elementi.
Il primo, richiamato dall’articolo 8 (Criteri per l’individuazione delle aree idonee), comma 1, lettera f), punto 7, individua la distanza tra il perimetro delle aree dei beni sottoposti a tutela e gli impianti eolici. Purtroppo la fascia di rispetto è rimasta di 3 km, nonostante le ripetute segnalazioni, tuttavia si sarebbe auspicato che tale limite, individuato di recente con la disposizione di cui all’articolo 47 del DL n. 13/2023, potesse essere equiparato a quello previsto per il fotovoltaico. Invece il mantenimento di tale distanza impedirà l’individuazione di aree idonee in quantità sufficiente a realizzare i numeri contenuti nell’obiettivo settoriale, in considerazione della conformazione geografica e delle caratteristiche territoriali della nostra Penisola.
Il secondo elemento di criticità, più volte segnalato, riguarda il fatto che si prende come elemento per l’individuazione delle aree idonee la ventosità delle aree sulla base di strumenti inadeguati a tale scopo. Si fa riferimento infatti, nell’articolo 8, comma 1, lettera h), punto 1, alle mappe del vento che sono un interessante strumento indicativo della ventosità su macroaree, ma non adeguato a calcolare una produttività specifica di un impianto eolico.
“Auspichiamo che il testo del DM sulle aree idonee possa vedere corretti questi elementi che altrimenti ne vanificherebbero l’efficacia per il settore eolico” ha dichiarato Simone Togni, Presidente dell’ANEV “Come ribadiamo da anni, se questi sono gli strumenti di cui il Governo si vuole dotare per dare attuazione agli obiettivi del Pniec e del provvedimento europeo Fit for 55, bisogna che gli stessi siano applicabili alle tecnologie alle quali si rivolgono. L’Italia ha intrapreso, almeno sulla carta, la strada della decarbonizzazione, la recente bozza del PNIEC indica un importante obiettivo per l’eolico, ma gli strumenti continuano ad essere insufficienti. Questa occasione di semplificazione è troppo importante per trovarci tra un anno a dirci che in effetti un paio di errori tecnici ne hanno reso inefficace l’applicazione per l’eolico, per una volta possiamo agire prima e nostro compito è segnalarlo”.