MANOVRA ECONOMICA, ANEV: COL TAGLIO ALL’EOLICO CI RIMETTONO ANCHE I COMUNI

A RISCHIO INVESTIMENTI NELL’EOLICO PER OLTRE 10 MILIARDI DI EURO NEI PROSSIMI 5 ANNI 
PENALIZZATO UN SETTORE STRATEGICO PER LA CRESCITA, SU CUI GIA’ GRAVANO I TAGLI SUGLI INCENTIVI DI OLTRE IL 35%, CHE POTREBBE RILANCIARE ECONOMIA E OCCUPAZIONE IN ITALIA
“Una misura fuori luogo che mostra una scarsa conoscenza da parte del Governo dei settori di sviluppo industriale del nostro Paese e che vede ancora una volta l’Italia muoversi nella direzione opposta rispetto agli altri Paesi europei che investono sulle energie pulite. Inoltre, il taglio previsto all’eolico che l’esecutivo pensa di usare per ridurre i tagli ai Comuni, avrà l’effetto esattamente inverso in quanto, come noto a tutti meno che al Governo, gli oltre 150 Comuni che ospitano parchi eolici ricevono delle royalties che vengono con questo provvedimento largamente ridotte o addirittura azzerate”; così Simone Togni, presidente dell’ANEV, Associazione Nazionale Energia del Vento, che ribadisce il disappunto del settore per la Robin Tax sulle rinnovabili che, contrariamente al popolare eroe inglese, andrà a gravare su un comparto già allo stremo, dimostrando di essere l’ennesimo attacco alla fonte eolica effettuato senza alcuna pianificazione. La normativa, inoltre, mette a rischio oltre 10 miliardi di investimenti nell’eolico nei prossimi 5 anni.
Negli ultimi anni infatti il settore ha visto un taglio dei ritorni di oltre il 35%, con il conseguente stop di tutte le iniziative, cui si va ad aggiungere una ulteriore riduzione per i prossimi 5 anni del 22% dei ritorni previsti introdotta con il Decreto di recepimento della Direttiva Comunitaria sulle Fonti Rinnovabili.
Mentre il mondo intero riconosce  nell’eolico un settore strategico per crescita e sviluppo, in Italia l’ennesimo taglio del 10% previsto con la Robin Tax  è sintomo dello scarso interesse da parte del Governo per un comparto che potrebbe rilanciare l’economia nazionale con importanti benefici in termini  di occupazione (il potenziale occupazionale previsto al 2020 è di 67.010 addetti nel settore) e ricchezza e che permetterebbe all’Italia di raggiungere nel modo più economico possibile gli obiettivi energetici comunitari posti al 2020. Sfruttata al meglio, la fonte eolica sarebbe in grado di colmare nel 2020 i consumi domestici per circa il 7% del fabbisogno nazionale e permetterebbe non solo di ridurre la dipendenza energetica da altri Paesi e di ottenere rilevanti benefici in termini ambientali, ma anche di risparmiare sulle penalità comminate dall’Europa per il mancato rispetto degli obiettivi comunitari, che andrebbero a gravare comunque sull’economia italiana.
L’ANEV richiede al Governo che la nuova tassa venga ripartita con gli altri comparti regolati e che abbia una gradualità di onere tra settori, minimizzando al massimo il peso su comparti in crisi come l’eolico.  La soluzione potrebbe essere ritrovata in un meccanismo che non sovra remuneri gli impianti, ma che garantisca una remunerazione dell’investimento con un livello di incentivazione coerente con il costo dell’energia, come fatto da altri Paesi Europei.
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