COMUNICATO STAMPA
I dati pubblicati dal Lancet sono allarmanti e invitano ad una riflessione profonda sulla necessità di agire velocemente per attuare quanto prima gli obiettivi di riduzione della CO2 adottati a Parigi con la COP21
Roma, 20.10.2017: Quasi 9 milioni di morti l’anno. Sono questi i numeri (relativi al 2015) riferibili all’inquinamento che ci avvelena e che emergono dai risultati di un progetto di ricerca durato due anni, pubblicati dalla rivista Lancet. A fare la parte del leone èl’inquinamento atmosferico (smog, particolato nell’aria ma anche inquinamento da uso domestico di combustibili fossili), responsabile di 6,5 milioni di morti l’anno (in gran parte per malattie cardiovascolari e respiratorie).
Le forme di inquinamento associate allo sviluppo industriale quali l’inquinamento atmosferico ambientale, l’inquinamento chimico, occupazionale e del suolo fanno oggi più vittime che in passato: si è passati da 4,3 milioni nel 1990 a 5,5 milioni nel 2015.
A questi dati allarmanti diffusi recentemente dalla stampa si aggiunge la notizia relativa al superamento dei livelli tollerabili sempre più frequenti di polveri sottili nelle principali città italiane. A Milano i livelli di smog non scendono al di sotto della soglia limite per la salute umana, fissata per il PM10 a 50 µg/m³ , e da una settimana la concentrazione di polveri sottili ha superato i 100 µg/m³.Anche in Veneto e Piemonte la qualità dell’aria resta pessima con 114 µg/m³ registrati a Torino e 92 µg/m³ a Venezia Mestre. Questo inquinamento è figlio sia delle produzioni energetiche di fonti fossili sia del cambiamento climatico, prodotto a sua volta dalleemissioni climalteranti.
È inevitabile di fronte ad uno scenario così drammatico avviare una riflessione profonda e seria sul presente e sul futuro dei nostri figli. Dati così allarmanti devono preoccupare i pubblici decisori, troppo spesso inerti sui temi della salvaguardia ambientale, delle fonti rinnovabili e della mobilità sostenibile.
Il settore delle Fonti Rinnovabili è in attesa da ormai 10 mesi del Decreto Ministeriale che regoli il settore per il periodo 2017 –2020. Un tale vuoto normativo non consente alle aziende del settore eolico e del settore rinnovabili di lavorare per produrre quell’energia pulita necessaria per contrastare questo pericolo per la salute umana, perdendo inoltre gli enormi benefici economici e ambientali che ne conseguono.
L’auspicio è che le Istituzioni tutte, comprese le Regioni, prendano in carico l’impegno di tutelare la salute dei cittadini, evitando di porre ostacoli di natura normativa allo sviluppo del settore eolico e delle rinnovabili.
Nel 2016 in Italia il solo eolico ha consentito di produrre un quantitativo di energia pulita pari a circa 15,5 TWh, di risparmiare circa 21 milioni di barili di petrolio equivalenti corrispondenti a circa 11 milioni di tonnellate di emissioni risparmiate di CO2.