UTILIZZIAMO LA SEN PER CAMBIARE IL PARADIGMA DI SVILUPPO DELLE FER E PER CREARE CRESCITA, SVILUPPO E OCCUPAZIONE

Si stanno tenendo in questi giorni le audizioni dei vari enti e delle associazioni del mondo energetico nazionale per chiudere il cerchio sulla definizione del testo finale della SEN, Strategia Energetica Nazionale, che definisce le linee programmatiche dello sviluppo del settore dell’energia per i prossimi anni, con orizzonti più ampi, per quanto riguarda ad esempio le rinnovabili, della ormai ampiamente trattata scadenza degli obiettivi al 2020. Grande risalto viene dato allo sviluppo delle rinnovabili (soprattutto alle termiche), evidenziando alcuni aspetti da condividere come il dissennato incremento del fotovoltaico dettato da strategie delineata senza un briciolo di prospettiva, altri meno, come i livelli eccessivi di incentivazioni all’eolico, ricadendo nel consueto trappolone del confronto con altri paesi europei come Spagna e Germania. Al di là dell’analisi delle differenze tra la burocrazia e gli evidenti ostacoli a livello legislativo in primis e tecnico per ovvie carenze infrastrutturali che fanno lievitare sostanzialmente i costi di installazione nel nostro paese rispetto a quelli menzionati, ciò che realmente ci si aspettava da un documento del genere era di capire le reali intenzioni del legislatore al riguardo, ovvero mostrare di poter in qualche modo manifestare le proprie strategie sul favorire un razionale ed economico sviluppo delle rinnovabili. Infatti a fronte di obiettivi condivisibili nel medio periodo, il Governo è chiamato a definire opportunamente gli strumenti utili per raggiungerli, e i recenti decreti attuativi del D. Lgs. 28 non sono certamente incoraggianti come dimostrano le prime esperienze applicative. Semplificazione amministrativa, eliminazione delle tortuose farraginosità delle autorizzazioni e perché no valutazione di nuovi meccanismi di incentivazione potrebbero e dovrebbero essere la base di partenza per un rilancio serio ed efficiente del sistema nel suo complesso. Sarebbe opportuno al riguardo valutare ad esempio se e in che modo lo spostamento dell’incentivo dalla produzione elettrica al capitale per gli impianti di produzione di energia da Fonte Rinnovabile, possa comportare un significativo risparmio per il sistema, e risolvere le criticità connesse con l’attuale difficoltà di reperimento dei capitali per il finanziamento di nuove iniziative. Infatti individuando un mix di sgravi fiscali, incentivi in conto capitale aggiudicati sempre tramite aste competitive, project bond e fondi ad hoc, magari con meccanismi rotativi, si potrebbe raggiungere il medesimo obiettivo attualmente individuato, con una efficienza molto superiore, e rilanciare l’economia e la crescita in un settore strategico. Senza questa visione sarà un’altra mancata occasione di cui non abbiamo certo bisogno.