CAMPANIA: L’ANEV AUSPICA CHE IL PEAR VENGA CORRETTO NEI PUNTI DI CONTRASTO CON LE NORME COMUNITARIE E NAZIONALI, PRESUPPOSTO PER FAR RIPARTIRE LO SVILUPPO E L’OCCUPAZIONE NELLA GREEN ECONOMY ANCHE IN QUESTA REGIONE

Il Consiglio Regionale della Campania ha rinviato l’analisi e l’approvazione delle norme per l’attuazione del Piano Energetico Ambientale Regionale – PEAR. Premesso che l’ANEV non entra nel merito di quanto i pubblici decisori legittimamente decidano, con il dovuto riguardo dei rispettivi ruoli, si prende comunque atto che l’analisi del PEAR è stata rinviata per ulteriori approfondimenti, alla luce dei palesi profili di incostituzionalità che erano in essa contenuti, correttamente evidenziati dagli Uffici dell’Assessore competente, Sergio Vetrella.
Rispetto al passato, quando invece il Consiglio Regionale della Campania approvò la nota legge “Colasanto”, la legge del 01 Luglio 2011, “Disposizioni Urgenti in materia di Impianti Eolici”, la differenza di impostazione è significativa, infatti il Consiglio Regionale in questo caso ha ritenuto di approfondire la questione onde evitare ulteriori brutte figure promulgando provvedimenti normativi con palesi profili di illegittimità costituzionale. Molti ricordano probabilmente che la richiamata legge “Colasanto” fu debitamente impugnata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri per i palesi profili di incostituzionalità in essa contenuti, forse però non tutti sanno che tale impugnazione fu bloccata a valle di una comunicazione della Regione stessa che dichiarava di aver fatto cessare la materia del contendere avendo abrogato la norma, salvo poi provvedere con una altrettanto illegittima proroga contenuta nella “Legge delle Castagne” che prorogava, dopo che era scaduta (!!), tale norma senza peraltro darne evidenza alcuna alla Presidenza del Consiglio dei Ministri !! Tornando invece al caso specifico, il Consiglio Regionale edotto dei profili di incostituzionalità e illegittimità della norma prodotta dalla Commissione Ambiente che travalicava largamente quando previsto dalle normative Comunitarie e Nazionali, ha correttamente voluto rimandare la discussione ed il confronto sul testo immaginiamo per verificare tali profili, e per evitare quindi di incorrere nell’ennesimo pastrocchio normativo che quotidianamente intasa la Suprema Corte.
L’ANEV, nella sua funzione di Associazione riconosciuta nonché di rappresentanza degli operatori dell’eolico come sempre si limita a fornire elementi affinché i pubblici decisori possano assumere le proprie determinazioni nel modo più corretto. Inoltre l’ANEV tiene a precisare e a ribadire che molto peggio di una chiara posizione di chiusura nei confronti di una tecnologia (che non sarebbe ovviamente condivisibile) è una posizione di falso impegno allo sviluppo delle fonti rinnovabili bloccato poi da norme illegittime, tranelli burocratici e manovre di basso respiro. Quest’ultimo modo di agire infatti ottiene lo stesso risultato di bloccare il settore della Green Economy (e chi lo fa se ne assumerà la responsabilità etica oltre che politica), facendo perdere alla Regione Campania posti di lavoro, sviluppo e investimenti di cui gli autori noti di tali azioni dovranno essere chiamati a rispondere di fronte alla popolazione per le scelte politiche assunte, sempre che non vengano rilevati profili di illegittimità per i quali invece sarebbero giustamente chiamati a rispondere anche direttamente.
Il nostro deve tornare ad essere uno Stato di Diritto e gli imprenditori seri vogliono rapportarsi oggi più che mai con Istituzioni serie, non è più accettabile che vengano armate battaglie a mezzo stampa che sulla base di bugie conclamate tentano di supportare attacchi personali e interessi di parte. Secondo l’ISPO del Prof. Mannheimer l’81% degli Italiani vuole l’eolico, l’Europa ce lo chiede e il Paese ne ha bisogno per rilanciare l’economia, l’occupazione e lo sviluppo, non è più sopportabile che gli interessi generali vengano difesi solo dalla società civile e che invece alcuni rappresentanti delle Istituzioni pensino solo ad interessi di parte.
L’ANEV chiede quindi che la  Regione  assuma le  proprie decisioni con  trasparenza e  correttezza,  analizzando i rilievi che gli uffici giuridici  dell’ Assessore competente  hanno sollevato,  per poter consentire alle  aziende di poter operare in  un contesto  normativo fatto di certezza,  legalità,  stabilità  e  legittimità costituzionale,  sempre nel rispetto dell’ambiente come il  “Protocollo per un corretto inserimento dell’eolico nel territorio e nel paesaggio” sottoscritto da ANEV LEGAMBIENTE-GREENPEACE impone alle aziende dell’ANEV.
Di seguito comunicato scaricabile COMUNICATO STAMPA 6 7 2012 _2_