MOLISE: 44,2% DI OCCUPATI IN MENO NEL SETTORE EOLICO A CAUSA DELLA CRISI E DELLE SCELTE DI GOVERNO


Veneroni: “Eolico, con rinnovabili, unica risorsa primaria disponibile nel nostro Paese” Todaro: “Occorre una Bocconi del Sud che crei figure specializzate”
La risorsa “vento” rappresenta un potenziale energetico importante non solo per l’economia nazionale, ma anche per l’economia delle Regioni del Centro-Sud, dove l’eolico può innescare processi produttivi rilevanti e conseguenti risultati occupazionali positivi. Un potenziale su cui grava però il peso della crisi economica e delle scelte del Governo. E’ quanto emerge a margine del convegno “La scuola e l’energia eolica. L’istruzione oggi, il lavoro domani”, organizzato oggi presso l’I.T.A.S. “Sandro Pertini” di Campobasso da ANEV, UIL Scuola e IRASE per riflettere sulle prospettive dell’eolico in Italia, sui suoi risvolti occupazionali e sull’importanza dello strumento della formazione per la creazione di un’occupazione più qualificata.
A tal riguardo si è espresso il Prof. Angelo Todaro, componente del Consiglio direttivo ANEV, che ha sottolineato la necessità di “creare una valida struttura universitaria, una ‘Bocconi del Sud’, in grado di garantire un’eccellente formazione professionale a figure specializzate in materie tecniche quali la meccanica, l’elettronica e l’informatica. Attraverso master mirati e specifici percorsi di studi post laurea, in ingegneria ed economia dell’ambiente e territorio. Queste nuove figure professionali troveranno ampio spazio nelle piccole e medie aziende, dove andranno a ricoprire incarichi di alto prestigio, occupandosi di consulenze ed analisi energetiche su impianti eolici e fotovoltaici, in una nuova concezione del rapporto con l’ambiente”.
Sull’argomento si è espresso anche l’ing. Gianluca Veneroni, componente del Consiglio direttivo ANEV: “E’di estrema importanza, in fase di formazione, sviluppare le competenze sull’uso razionale ed efficiente dell’energia e la sensibilità sul ruolo dell’energia rinnovabile, ed eolica in particolare, nella composizione di un mix energetico che salvaguardi l’approvvigionamento energetico del Paese e conseguentemente la sua crescita. L’energia eolica, insieme alle altre rinnovabili, rappresenta l’unica risorsa primaria disponibile nel nostro Paese che non ha risorse fossili quali gas e petrolio, se non in misura trascurabile rispetto alle esigenze”.
A testimonianza del fatto che il comparto eolico rappresenta il futuro dell’energia, poiché permette di sfruttare una risorsa rinnovabile e sempre disponibile, l’ANEV e la UIL hanno stimato che nel 2020 il settore potrà contribuire alla produzione elettrica del nostro Paese con 16.200 MW di potenza e 27,2 TWh di produzione, pari a circa il 7% del Consumo Interno Lordo previsto per il 2020. Innumerevoli le ricadute dell’impiego di energia eolica sul fronte occupazionale con una previsione di crescita, qualora venissero rispettati gli obiettivi di produzione, di 5000 nuovi addetti nel settore ogni anno per i prossimi 9 anni.
Interessante lo scenario prospettato per il Molise, per il quale ANEV e UIL stimano un potenziale di 653 MW di installazione al 2020 con la produzione da fonte eolica di 3.372,65Kwh per abitante. Attualmente nella Regione il settore occupa 1.474 addetti di cui 461 diretti e le stime mostrano che in caso di realizzazione degli obiettivi posti al 2020, il settore potrebbe arrivare ad occupare nel territorio molisano 2.289 unità, di cui 762 addetti diretti. Tale prospettiva di sviluppo ha subito però una battuta d’arresto a causa della crisi che ha investito il settore: nel solo Molise si riscontra il 44,2% in meno di nuovi occupati rispetto alle stime di previsione per i primi 6 mesi del 2011 e l’82,7 di nuovi occupati in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il calo vistoso dei livelli occupazionali rispetto alle stime effettuate e ai trend di crescita nei medesimi periodi dell’anno precedente è l’inevitabile conseguenza del taglio retroattivo degli incentivi e dei tentativi continui da parte del legislatore di penalizzare il settore, tra cui la recente introduzione della “Robin Tax”, così come dell’annosa mancanza di strumenti basilari che hanno generato un clima di sfiducia generalizzato tra gli investitori con la conseguente crisi del settore.