CLINI RISPONDE A RUBBIA SULL'EOLICO: ANCHE I PREMI NOBEL POSSONO SBAGLIARE

Mercoledi’ 8 giugno il Prof. Carlo Rubbia, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, contestava i dati di fonte GRTN sulla riduzione dell’emissione di CO2 derivante dalla produzione di energia elettrica in relazione al possibile apporto dell’eolico.

In tale articolo il Nobel infatti dichiara testualmente che la riduzione massima risultante dalla produzione di energia eolica proveniente dal ‘progetto per la realizzazione di 3.000 MWatt di cui si è parlato recentemente sul ‘Corriere’, da attuarsi in cinque anni […] farebbe risparmiare solamente 2 e non 8 milioni di tonnellate annue di CO2′. A tali affermazioni ha fermamente controbattuto il Presidente dell’Osservatorio Nazionale sulle Fonti Rinnovabili Corrado Clini il cui intervento pubblicato sul medesimo quotidiano riportiamo integralmente.
L’ENERGIA EOLICA, UNA FONTE PULITA NECESSARIA PER RISPETTARE IL PROTOCOLLO DI KYOTO E RIDURRE LA DIPENDENZA ENERGETICA DELL’ITALIA
Secondo Carlo Rubbia sarebbe marginale il contributo dell’energia eolica in Italia alla produzione di elettricita’ ed alla riduzione delle emissioni di anidride carbonica.
Ma anche i premi Nobel, qualche volta, possono sbagliare.
Infatti, il contributo dell’energia eolica in Italia sara’ determinante per il raggiungimento degli obiettivi stabiliti dalla direttiva europea per le fonti rinnovabili e dalla decisione europea per l’attuazione del Protocollo di Kyoto.
La direttiva europea prevede che entro il 2010 il 25% della elettricita’ consumata in Italia sia prodotta da fonti rinnovabili. Considerando il 18% circa di produzione attuale di energia idroelettrica, dovra’ essere raggiunto l’obiettivo di una produzione aggiuntiva pari al 7% dell’elettricita’ consumata.
Questo obiettivo rappresenta un impegno dell’Italia anche nell’ambito della strategia per la riduzione delle emissioni di anidride carbonica e del ‘Piano di allocazione nazionale delle quote di emissione’.
In particolare,
1. Per rispettare il ‘Piano di allocazione nazionale delle quote di emissione’ previsto dalla direttiva europea ‘Emissions Trading’, e’ necessario assicurare entro il 2007 il completamento della installazione di circa 3000 MW di energia eolica, facendo riferimento alle autorizzazioni gia’ concesse ed alle domande di autorizzazione presentate per la installazione degli impianti nelle regioni centro meridionali.
Considerando le ore di funzionamento degli impianti eolici (attorno alle 2.500 ore annue sulla base delle valutazioni del GRTN), 3000 MW producono elettricita’ per circa 7,5 TeraWatt/h, che corrispondono a 8 milioni di tonnellate/anno di emissioni evitate di anidride carbonica.
Questo dato e’ facilmente ricavabile utilizzando il fattore di emissioni di anidride carbonica (1,06 t/MWh) degli impianti termoelettrici che utilizzano olio combustibile.
Tenendo conto che nel sistema europeo di ‘Emissions Trading’, la quotazione attuale di una tonnellata di anidride carbonica corrisponde a 20 €, la mancata realizzazione degli impianti eolici corrisponde ad un costo pari a 180 milioni €/anno, ovvero a 540 milioni € nel triennio 2005-2007. Va tuttavia considerato che la quotazione di una tonnellata e’ destinata ad avvicinarsi progressivamente alla sanzione prevista dalla direttiva, pari a 40€/tonnellata, e dunque i costi potrebbero avvicinarci ad oltre un miliardo €.
2. La piena attuazione della direttiva europea richiede che entro il 2010 sia resa disponibile una quantita’ aggiuntiva di energia da fonti rinnovabili pari ad almeno 20 TeraWatt/h.
Il contributo dell’energia eolica, sulla base delle stime del GRTN (rapporto del 10 maggio 2005) potrebbe essere pari ad almeno ulteriori 7.000 MW, corrispondenti a circa 17 TeraWatt/h ed a emissioni evitate di anidride carbonica pari ad almeno 18 milioni di tonnellate/anno, che avranno un valore nel sistema europeo ‘Emissions Trading’ pari ad almeno 720 milioni €/anno, ovvero 3,6 miliardi € nel periodo 2008-2012 entro il quale dovra’ essere rispettato l’obiettivo di riduzione delle emissioni di anidride carbonica stabilito dal Protocollo di Kyoto.
I numeri parlano chiaro, e di fronte a questi numeri devono assumere la propria responsabilita’ sia le Autorita’ competenti per le autorizzazioni e la distribuzione dell’elettricita’, sia le istituzioni scientifiche e le imprese.
E’ singolare che il presidente dell’ENEA, l’Ente per le Nuove Tecnologie, l’Energia e l’Ambiente, dia un contributo importante alla fuga dalle responsabilita’.
CORRADO CLINI
Presidente dell’Osservatorio Nazionale per le Fonti Rinnovabili e l’Efficienza Energetica